E’ nata Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa


“Se il Ministro Alfano rimarrà indifferente o inerme di fronte all’ultima delirante iniziativa contro le Forze dell’ordine sancirà la propria assoluta inutilità o inadeguatezza rispetto al ruolo altissimo che è stato chiamato a ricoprire. A fronte di tutti quelli che ironizzano sulla nostra insistente attività tesa a promuovere una reale e giusta tutela degli Appartenenti alle Forze di Polizia, o la criticano implacabilmente e violentemente, ma solo perché infastiditi o ostacolati nel perseguimento dei propri fini personali o puramente politici, dobbiamo rilevare oggi che, come si dice, la realtà va ben oltre e può essere molto peggio di qualunque iperbolica e folle fantasia. E come altro se non con il termine ‘follia’ si potrebbe definire l’ultima trovata dei più acerrimi nemici dei simboli Istituzionali e dei Servitori e dello Stato chiamati a tutelarne espressioni e leggi? Ferventi e arroganti sostenitori dell’odio verso chi porta la divisa e del rifiuto più categorico di regole e principi statuiti nel nostro ordinamento i quali hanno dato vita nientemeno che ad un’associazione finalizzata a controllare e giudicare e, inevitabilmente, ad interferire con l’attività delle Forze dell’Ordine quando essi stessi la giudichino ‘pericolosa’ per i cittadini ritenendo che possa integrare un abuso… Se non è delirio questo…”.

E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, che ha scritto al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a proposito della nascita dell’Associazione contro gli abusi in divisa (Acad), presentata a Bergamo il 17 gennaio, dietro la dichiarata legittima volontà di “sostenere le vittime di abusi da parte delle Forze dell’Ordine”.

“L’Associazione – ha scritto Maccari al Ministro – ha lo scopo di far ‘intervenire rapidamente’ attivisti, non meglio specificati, laddove viene segnalato un presunto abuso da parte delle Forze di Polizia. Tale Associazione è organizzata con un meccanismo di pronto intervento che, allertando l’avvocato di zona ed avvisando gli attivisti attraverso la mailing list (…) e contattando direttamente le persone che si trovano più vicine al luogo consultando il database, chiede agli appartenenti al sodalizio di intervenire su un intervento in corso delle Forze di Polizia: ‘Prima si interviene e meglio è, vien da sé che più attivisti ci sono e più abbiamo possibilità di intervenire rapidamente’”.

“Per quanto ridicola la cosa sia – insiste il Segretario del Coisp -, rappresenta indubbiamente un indice chiaro e lampante di un fatto gravissimo, dell’esistenza cioè di soggetti animati da un evidente intento di delegittimare e infangare l’operato delle Forze dell’Ordine talmente forte da decidere di riunirsi ed organizzarsi e trovare nuovi attivisti trascinando quante più persone possibile nella subdola confusione che fa leva sull’odioso equivoco che tutte le tragedie con cui siamo, nostro malgrado, costretti a confrontarci, dipendano da un’inesistente crudeltà insita nei Tutori della Sicurezza. Un intento che nega ogni principio ed ogni motivazione dell’esistenza dei Corpi di Polizia, e che stravolgendo i ruoli assegnati dal nostro stesso Ordinamento vorrebbe dare vita ad un gruppo di non meglio identificati ‘sceriffi’, legittimando un’inconcepibile interferenza dei comuni cittadini in attività loro quasi completamente sconosciute, riconoscendogli oltre tutto l’impossibile capacità di stabilire a priori se e quando esse possano integrare fattispecie di abusi, capacità che in realtà fa capo solo ed unicamente all’Autorità giudiziaria”.

“Ora – incalza Maccari -, al di là di quanto assurdo e pericoloso sia tutto ciò, come si può ancora negare, di fronte ad un fatto del genere, che uomini e donne Appartenenti alle Forze dell’Ordine siano oggetto di continue attività di aggressione ed ingiusta criminalizzazione? Come si può negare che questi continui attacchi ed insidiosi atteggiamenti di odio e violenza incidano nel cuore e nelle menti di coloro i quali vestono la divisa, giorno dopo giorno, minando profondamente la serenità e la dedizione necessarie a svolgere un compito talmente ingrato e complesso quale è quello di garantire la Sicurezza dei cittadini difendendo di fatto la democrazia e le Istituzioni del Paese mentre in tanti gli danno addosso di continuo? Si tratta di fatti che non si possono più ignorare o smentire, e per questo di fronte a questa iniziativa c’è bisogno che il Ministro dia risposte chiare”.

Ecco perché il Coisp ha chiesto ad Alfano di verificare: “L’effettiva natura di Onlus dell’Associazione in questione, avendo riguardo agli scopi statutari dichiarati nella fase costitutiva; su quale base opera e soprattutto come opera tale Associazione; se è lecito intervenire su un intervento in corso delle Forze di Polizia; se è lecito intervenire sulla base di un presunto abuso, in quanto, appunto, presunto; se tutto questo integrerà il reato di interruzione di un servizio pubblico o, peggio, favorirà il reato per il quale si sta procedendo; se, addirittura, possa configurarsi il reato di resistenza a pubblico ufficiale, anche nella forma della resistenza passiva, laddove le modalità di intervento dovessero assumere i caratteri di un impedimento concreto per l’esercizio del pubblico ufficio in corso di svolgimento da parte delle Forze di Polizia”.

“Mentre attendiamo un urgente riscontro – conclude il leader del Coisp – la domanda che ci poniamo è una sola: il Ministro dell’Interno interverrà o attenderà che nasca un’associazione di attivisti che controllino i politici per proteggere i cittadini da quelli ritenuti inetti, corrotti, infedeli, imbroglioni, imbranati, che pensano a tutto fuorchè al bene comune?”.

Coisp

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