Quattro carabinieri feriti a Roma, il Coisp: “Ancora costretti a fermare i malintenzionati a mani nude…


“L’assurda gestione, soprattutto politica, di un Comparto ormai al limite del crollo, organizzativo e psicologico, e la pressione pressoché insostenibile che certa opinione pubblica e certe campagne d’odio alimentano ad ogni giorno che passa rendendola un incendio incontenibile, hanno tramutato il nostro lavoro in un inferno. Andare a svolgere servizio per le strade, ormai, equivale ad un tentato suicidio, o fisico o professionale”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a poche ore dal grave ferimento di quattro carabinieri intervenuti per fermare uno squilibrato che minacciava la folla brandendo un martello in piazza della Libertà, a Roma, e che poi li ha colpiti con un coltello.

“E’ quasi incredibile – tuona Maccari – che nessuno provi sufficiente vergogna di mandare Servitori dello Stato a farsi ammazzare per la strada, senza fornirgli una dotazione sufficiente a salvarsi la vita. Una vita che viene puntualmente compromessa ogni giorno, o sul piano fisico o sul piano professionale e personale, perché ormai qualsiasi cosa facciamo sbagliamo, e perché nessuno si preoccupa di fornirci la tutela che ci spetterebbe, né sul piano operativo, né men che mai su tutti gli altri piani. Come accidenti si dovrebbe fare a fermare un uomo armato a mani nude? I Carabinieri intervenuti erano in tanti, ma il sangue di quanti di loro è dovuto rimanere in strada prima che si riuscisse a riportare la calma? Ma per quale stramaledetto motivo da anni attendiamo un banalissimo spray urticante o un ancor più banale taser per fronteggiare situazioni pericolose limitando i danni e salvaguardando la vita di tutti? Perché ci si costringe a dover subire, a farci ammazzare, imponendoci di non difenderci con la forza sotto il ricatto della disintegrazione mediatica, ed allo stesso tempo non garantendoci strumenti alternativi di difesa?”.

“A Roma avrebbe potuto finire in tragedia come accade in tanti altri posti – conclude Maccari -. A Roma avrebbe potuto scoppiare il nuovo caso contro i torturatori in divisa (vedi Napoli due giorni fa). A Roma avrebbe potuto scoppiare il nuovo caso contro le Forze dell’Ordine che non fanno abbastanza (vedi finale della Coppa Italia). A Roma avrebbe potuto essere necessario un nuovo riconoscimento alla memoria (vedi tanti, troppi casi di colleghi che ci hanno rimesso la vita). A Roma avrebbe potuto succedere di tutto. Ma è successa la cosa che accade con maggiore frequenza nelle strade italiane: l’allarme è rientrato, i cittadini sono stati protetti, il pericolo è cessato, il tutto grazie ai ‘cretini’ in divisa che, tanto per cambiare, sono rimasti feriti. ‘Cretini’ che ogni giorno buttano l’anima ed il sangue al lavoro, e che non di rado raccolgono dall’asfalto colleghi massacrati dalla violenza di tanti, con tante facce, con tante età, con tante motivazioni, ma con un comun denominatore: il disprezzo dello Stato e delle leggi e l’odio per le Forze dell’Ordine”.

“Suggeriamo a tutti – conclude Maccari – dal primo rappresentante istituzionale, al primo politico, al primo dirigente di questo ingrato Paese: se avete un cappello da togliervi, fatelo davanti a questi eroi silenziosi… invece che davanti a chi vi piega con la minaccia e la violenza”.

Coisp

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