Museo Nazionale del Bargello: restaurata la Crocifissione di Donatello grazie ai Friends of Florence


Si è concluso il restauro del rilievo bronzeo raffigurante la Crocifissione realizzato da Donatello nel 1455 ca. e ora conservato al Museo Nazionale del Bargello, nel Salone dedicato all’artista fiorentino. Condotto da Ludovica Nicolai sotto la direzione di Beatrice Paolozzi Strozzi, già Direttore del Museo Nazionale del Bargello, l’intervento costituisce il secondo progetto realizzato nell’ambito della prima edizione del “Premio Friends of Florence Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze”, iniziativa fortemente voluta dalla Fondazione non profit Friends of Florence che quest’anno, giunta alla sua seconda edizione, decreterà il nuovo progetto vincitore sabato 15 novembre alle ore 12 durante il Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze alla Fortezza da Basso.

Il lavoro di restauro, svoltosi sotto gli occhi dei visitatori del Museo Nazionale del Bargello, durato circa sei mesi e per un costo totale di circa 20mila euro, è stato possibile grazie al contributo di Janet e Jim Dicke II. “Dopo questo restauro magistrale realizzato grazie al generoso intervento dei Friends of Florence – afferma Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino – la Crocifissione bronzea di Donatello riacquista una pienezza di splendore e una ricchezza di dettagli davvero insospettabili prima della pulitura: una scena ora baluginante di miriadi di riflessi d’oro e d’argento in cielo e sulla terra, a conferire corrusco splendore al dramma della Redenzione”.

“A un solo anno dal finanziamento del restauro della bellissima Madonna con Bambino e angeli di Dello Delli – dice Ilaria Ciseri, Direttore del Bargello – la Fondazione Friends of Florence torna ad offrire al Museo Nazionale del Bargello un eccezionale recupero, lo straordinario rilievo con la Crocifissione, che tra il David bronzeo e il San Giorgio, ci mostra una volta in più il genio insuperabile di Donatello”. “Questo straordinario rilievo, intarsiato d’oro e d’argento secondo la tecnica dei bronzi veneto-saraceni – aggiunge Beatrice Paolozzi Strozzi -, costituisce un unicum nella produzione del maestro e dimostra, una volta di più, lo sperimentalismo che caratterizza tutta l’opera di Donatello, fino agli anni estremi della sua vecchiaia. L’opera fu infatti eseguita probabilmente nel 1453-1454, alla fine del soggiorno padovano del maestro, che proprio in area veneta avrà studiato la tecnica preziosa di oggetti orientali che lì circolavano, adottando le ‘ageminature’ d’oro e d’argento, che il restauro ci restituisce fulgide e ben conservate. Esse esaltano la complessità della composizione drammatica e densa di personaggi, rendendo al contempo prezioso e unico nel suo genere questo oggetto di devozione privata, destinato alla famiglia Martelli, che aveva protetto l’artista fin dalla prima giovinezza”.

“ Janet e Jim Dicke II sono due grandi amici della Fondazione e dell’arte fiorentina, e siamo felici che abbiano colto l’opportunità del Premio scegliendo di sostenere il restauro della Crocifissione di Donatello.” evidenzia Simonetta Brandolini d’Adda Presidente della Fondazione non profit Friends of Florence che prosegue sottolineando quanto interesse abbia destato la prima edizione del “Premio Friends of Florence” e quanto esso stia diventando sempre più un appuntamento importante per continuare sia a salvare i tanti tesori della città, sia a sostenere il settore del restauro oggi giorno fortemente provato dalla congiuntura economica. “Siamo contenti di essere riusciti a finanziare un altro progetto candidato al ‘Premio 2012’ – conclude la Presidente – e di aver contribuito a restituire a Firenze e al pubblico del mondo la Crocifissione di Donatello in tutta la sua straordinaria bellezza”. Non è certa la data di realizzazione del pannello bronzeo, che risale alla fase della vecchiaia dell’artista e fu eseguito con la tecnica dello “stiacciato”, né la sua primaria destinazione.

Tuttavia l’opera è documentata negli inventari medicei sin dal 1560, poi fu esposta agli Uffizi nel 1769 e, dal 1870, al Bargello. Per eseguire l’intervento di restauro, il bassorilievo è stato rimosso dalla sua collocazione abituale, separato dalla cornice in legno e posto prima sul tavolo da lavoro poi su un cavalletto progettato appositamente, in un piccolo “cantiere visitabile” allestito all’interno del Salone di Donatello.

LO STATO DI CONSERVAZIONE Come verificato per molti bronzi rinascimentali, in passato la superficie del bassorilievo era stata ricoperta da una patinatura scura che aveva completamente nascosto le parti ageminate d’argento; inoltre vari strati protettivi a base di cere e oli, misti a sostanze di deposito, avevano appiattito gli incavi del modellato e offuscato la naturale brillantezza della doratura, eseguita con la tecnica dell’amalgama di mercurio. In queste condizioni il bassorilievo, aveva completamente perduto l’aspetto policromatico originale che fa percepire in chi lo guarda sia i vari livelli di profondità del modellato sia la visione prospettica della scena.

LE ANALISI E L’INTERVENTO DI RESTAURO La pulitura superficiale è stata la fase più importante poiché doveva ritrovare ed esaltare la policromia voluta dall’artista mediante l’accostamento di bronzo patinato/oro/argento. Le analisi chimiche preliminari su campioni prelevati da zone significative del bassorilievo, hanno determinato la natura e la composizione delle sostanze presenti sulla superficie e queste informazioni e la diversa natura dei metalli presenti, hanno indirizzato i test preliminari per la scelta delle metodologie di pulitura. Sulla superficie di bronzo è stata eseguita una leggera pulitura con solventi, agendo più o meno approfonditamente in relazione alla quantità di sostanze stratificate da rimuovere. La pulitura è stata poi rifinita meccanicamente, con bisturi, bastoncini di legno e piccoli aghi, negli incavi del modellato. Le parti ageminate in argento e rame dorato sono state pulite con ablazione laser (laser Nd:YAG (1064) Long Q-Switching) impostando i parametri a seconda le differenti necessità. In particolare sull’argento il laser ha agito selettivamente, asportando prima la patinatura scura poi lo strato di solfuro d’argento, riportando alla luce la brillantezza del metallo. Infine le superfici sono state protette per preservarle nel tempo. Durante il restauro sono state eseguite le analisi della lega bronzea per una conoscenza più approfondita dell’opera, il rilievo 3D, effettuato sul fronte e sul retro, per l’individuazione dei vari livelli del modellato e documentare le differenze materiche, i difetti di fusione e i tasselli di riparazione, l’analisi prospettica dettagliata della scena e della sua traduzione plastica a bassorilievo e la documentazione fotografica delle diverse fasi dell’intervento.

Nessun Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

17 − 16 =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Precedente Al NAM – New Around Midnight di Napoli: doppio concerto di Joyce Yuille
Successiva "Disturbo?", apre la seconda settimana della rassegna Under 35

Articoli Suggeriti

Criterium Interappenninico, 350 giovani a Campitello Matese

Museo Gaetano Filangieri di Napoli: inaugurata la mostra “COSMIC BULLETS”

CALCIO. IL NAPOLI SOLO AL COMANDO, MA IL CAMPIONATO E’LUNGO

“SOGNI SOTTO L’ALBERO”: TESTIMONIAL MARGHERITA LATERZA

Le professioni dello Spettacolo. Le prospettive. Appuntamento alla Federico II

CINEMADAMARE è arrivato a Napoli