Crescono nuove forme di psicosi, dal gioco d’azzardo all’ipersessualità


Un approccio complesso e integrato, che coinvolga contemporaneamente il paziente e la famiglia, per contrastare in maniera appropriata le nuove forme di disagio che si stanno sviluppando nella società moderna e che sono frutto di condotte in cui prevale la pulsione e la ricerca del soddisfacimento immediato del bisogno. È la risposta che emerge dal seminario ‘Le nuove forme del sintomo’, organizzato dall’Ordine degli Psicologi, che si è svolto al Grand Hotel Oriente di Napoli. Il gioco d’azzardo, le condotte di tipo anoressico-bulimico, la sessualità promiscua, i fenomeni imitativi nei suicidi adolescenziali sono solo alcuni di questi nuovi sintomi, che si differenziano da quelli classici, previsti dai manuali di psicopatologia, e che richiedono una riflessione approfondita sui modelli di intervento da proporre.

Viviamo in una società molto più psicopatologica di un tempo – spiega Ornella Marini, psicologa, psicoterapeuta e docente di Psicodiagnostica – Un fenomeno che va spiegato con la mancata evoluzione della personalità dell’individuo, che resta allo stato primitivo”.

Di qui la prevalenza dell’aspetto pulsionale. “Qualcosa viene collocato al posto dell’oggetto della pulsione, che di per sé è indifferente – fa notare Fulvio Sorge, psichiatra, psicoanalista e docente presso l’Istituto Freudiano – quello che conta è questa scarica che non si soddisfa mai nel rilancio verso un oggetto diverso e si completa con un’acquisizione apparente e immaginaria dell’oggetto che satura momentaneamente la pulsione”.

Gli atti compiuti in conseguenza di questi comportamenti “possono portare a un consumo rivolto perfino al proprio corpo – aggiunge Sorge – come nel caso di anoressie e bulimie; altre volte la pulsione si esprime nel gioco d’azzardo o nell’uso improprio e cumulativo di sostanze, oppure nella dipendenza sessuale, quella che gli americani definiscono sexual addiction (ipersessualità)”.

Partendo da questo quadro, “è necessario che gli psicologi si interroghino e portino il loro contributo sulle modalità di intervento in caso di sintomi e manifestazioni di disagio diverse da quelle classiche”, sottolinea il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Antonella Bozzaotra, che rimarca poi l’influenza che può avere l’ambiente esterno. “Il sintomo, come tutti i comportamenti che esprimono disagio – ragiona – emergono in contesti e se cambia il contesto cambiano anche le forme del disagio. Su questo dobbiamo riflettere come Ordine, per interrogarci sulle nuove sintomatologie e intervenire in maniera competente su fenomeni di disagio emergente. Le ludopatie sono quelle che maggiormente ci interessano, perché mettono in serio pericolo l’equilibrio di famiglie e coppie e perché il comportamento che viene prima della ludopatia è socialmente accettabile, come quello che viene prima dell’alcolismo”.

Si parte quindi dalla diagnosi, effettuata attraverso “test proiettivi che consentono lo studio della personalità del mondo interno al soggetto – chiarisce Marini – considerando gli aspetti disfunzionali ma anche le risorse. L’approccio integrato prevede la presa in carico del singolo paziente e allo stesso tempo anche della famiglia, con un setting parallelo in cui la coppia di terapisti è continuamente in contatto sul caso”.

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