Antonella Stefanucci in scena al Nuovo Teatro Sancarluccio il 27-28-29-30novembre e il 6-7 dicembre (giovedi-venerdì-sabato ore 21.00 domenica ore 18.00) con lo spettacolo di Domenico Ciruzzi “Cavalla Pazza oramai al trotto…”
Prosegue il work in progress di Antonella Stefanucci che partendo dai suoi primi personaggi creati per la TV, come la Professoressa Scarpone o la Signora Colluso, attraverso una ricerca sulla scrittura contemporanea, tenta di tracciare linee di comicità indipendente con racconti, poesie e schegge comico-surreali..
Monologhi di attualità,di satira sociale s’intersecano con la poesia e la malinconia dei personaggi. Utilizzare un piccolo palcoscenicoda la possibilità e la libertà di creare e sperimentare storie che altrimenti non potrebbero essere rappresentate. “Al trotto” perché il tempo passa e la stanchezza si avverte e a momenti di grande euforia continuano ad alternarsi momenti di malinconia…Euforia-malinconia!Euforia-malinconia! raccontava un altro suo personaggio: Jesui’ una ragazza depressa,oggi diventata donna, diciamo “consapevole”, o alla ricerca della “consapevolezza”, per essere meno aggressivi, meno galoppanti, meno ansiosi, dunque, al trotto.
Tra i monologhi proposti nello spettacolo c’è una “Stupida Performance”la cui protagonista è Virus, un’artista contemporanea, che ha fatto di se stessa un’installazione vivente.
Virus riprende il suo corpo costantemente 24 ore su 24, fa di se stessa un capolavoro vivente,citando Carmelo Bene, Gilbert & George, Marina Abramovic e le donne-statua di Vanessa Beecrof ma in chiave ironica. Dunque, una “Stupida Performance”, una piecè teatrale di” avant-garde comique”: la storia di un artista visivo con le sue problematiche e le sue divagazioni. La rottura dell’arte intesa come santuario, come oggetto intoccabile e spesso indecifrabile voluta ermetica da alcuni critici per farne oggetto di un mercato inaccessibile. Stupida Performance invece è il quotidiano dell’arte……
“«Quando si entra in un luogo sacro, ogni inquietudine svanisce e inquietudine entra in te. Dopo pochi minuti hai già capito che spettacolo è. E nel semi-buio pensi: perché non sono andata al cinema? O all’Ikea? O a fare una bella passeggiata? Vorresti fuggire ma non puoi… ti hanno invitata o hai pagato soltanto il ridotto. Se te ne vai, fai una brutta figura. Soluzioni per non soffrir? Dormiiirrrr!». È l’attacco di «Cavallapazza», l’inizio dello spettacolo. E come si potrebbe fare a non riconoscervi una lucida e impietosa sottolineatura delle sensazioni che – purtroppo sempre più spesso – assalgono ciascuno di noi? Con ciò, dunque, dico anche di uno spettacolo che, pur essendo molto divertente, si propone (senza parere, e perciò con efficacia maggiore) come la coraggiosa testimonianza di un’attrice/guastatrice sul penoso stato attuale del teatro. Si tratta, in breve, di un recital che – su testi e per la regia di Domenico Ciruzzi – assembla con ritmo jazzistico monologhi a sé stanti o riferiti ai personaggi (dalla professoressa Scarpone alla Signora Colluso) già proposti dalla Stefanucci nell’ambito di trasmissioni televisive quali «Telegaribaldi» e «Avanzi». E saltano subito agli occhi l’intelligenza e il livello alto, davvero non comuni con i tempi che corrono, dei testi in questione. Testi tramati di battute che non di rado assurgono alla dignità e alla pregnanza di autentici aforismi”.
Con queste parole inizia la recensione di Enrico Fiore (noto critico teatrale) sull’ultima versione di Cavallapazza, in questo caso STORY..oggi AL TROTTO….
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