In mostra: “L’altra metà del cielo. Sante e devozione privata nelle grandi famiglie fiorentine nei secoli XVII-XIX”


Si è aperta sabato 6 dicembre a Firenze la mostra “L’altra metà del cielo. Sante e devozione privata nelle grandi famiglie fiorentine nei secoli XVII-XIX”, che proseguirà fino all’8 marzo 2015.

In tutto si possono ammirare 165 opere – tra cui vari inediti –  tra dipinti, sculture, reliquiari, oggetti sacri elementi curiosi di una sacralità ormai lontana.

L’esposizione, ad ingresso libero, è composta da due sezioni che hanno luogo rispettivamente al Museo di Casa Martelli (via Zannetti 8) ed a Villa La Quiete (via di Boldrone 2).

Diretta da Monica Bietti e curata da Francesca Fiorelli Malesci, l’esposizione nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino e l’Università degli Studi di Firenze (DIPINT Dipartimento Interistituzionale Integrato dell’Azienda Ospedaliero Sanitaria di Careggi). Corredata dal catalogo edito da Sillabe, la mostra propone al pubblico il tema della devozione privata delle grandi famiglie fiorentine fra Seicento e Ottocento, declinata soprattutto al femminile, con un approfondimento in particolare sulla famiglia Martelli.

 “Il felice convergere di molti studi sui rapporti tra fede, arte e storia – dice Alessandra Marino, Soprintendente ad interim per il Polo Museale Fiorentino -, ha visto fiorire in questi ultimi tempi vari e qualificati eventi ospitati nei musei fiorentini: da poco conclusasi la mostra Sacri Splendori allestita nel Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, ecco che si apre presso il Museo di Casa Martelli e il Conservatorio di Villa La Quiete questa nuova esposizione poeticamente intitolata L’altra metà del cielo. Se nel primo caso il tema affrontato è stato quello della devozione della famiglia Medici e del ‘tesoro’ di reliquie un tempo raccolto nella Cappella del palazzo (che certo per la ricchezza delle teche e dei vasi destinati a contenere i sacri resti di santi e beati assolveva anche al compito di esibire il potere e il fasto del granducato), si presenta qui una approfondita e puntuale ricognizione sulle forme assunte dalla devozione delle grandi casate fiorentine, con una ovvia e necessaria attenzione alla famiglia Martelli. Fatto salvo il fervore religioso documentato in ambedue i casi, la storia si tinge ora di toni più intimi e familiari e, se vogliamo, di una fede meno conclamata e forse più profonda.”

“La mostra – aggiunge Cristina Acidini, già Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino –  si concentra specialmente sui culti dedicati alle sante e alle beate fiorentine, resterà certo fra le più sorprendenti per i nostri stessi concittadini, posti di fronte ad agiografie poco note e a culti desueti, attorno ai quali pure fiorì un’attività artistica a scopi devozionali tracciabile anche attraverso cappelle, altari, suppellettili e memorie nelle chiese di Firenze; fin alla corte, dove le reggenti vedove del primo Seicento, poi Vittoria della Rovere, infine l’Elettrice già ricordata esercitarono complesse pratiche religiose supportate da una quantità strabiliante di oggetti per il culto pubblico e privato, personale e collettivo. Una storia dunque di sante e di principesse che, valorizzando il passato della famiglia Martelli strettamente legato alla Chiesa fiorentina schiude un finestra sul vivido scenario delle arti applicate nell’età barocca, dalle lavorazioni preziose di metallo o d’avorio ai più modesti manufatti in legno o perline, inducendo una volta di più all’ammirazione per la sapienza progettuale e manuale che ne guidò la creazione”.

 La direttrice del Museo di Casa Martelli e della mostra, Monica Bietti, sottolinea che da quando il museo è stato aperto al pubblico (ottobre 2009) questa è la seconda mostra che Francesca Fiorelli “ci propone: un gioiello, una spigolatura di vita, come lo è stata Viaggio in Oriente, dedicata alla collezione di foto storiche (1879) conservate presso il museo. Come un filo della storia che si dipana e si svolge attraverso la lettura degli oggetti rimasti, ora si presenta un’altra singolare vicenda che appassiona: il culto dei santi, o meglio delle sante, le implicazioni religiose, il sentire sociale in un’epoca che va dal Seicento all’Ottocento e trova i Martelli, le famiglie fiorentine e l’intera città legata a rituali sacri o anche scaramantici alcuni conosciuti, altri ormai desueti”.

Da segnalare che l’occasione offrirà la possibilità di accedere a luoghi, stanze e zone di Villa La Quiete solitamente non visitabili dal pubblico, aperti per un percorso ad hoc in occasione della mostra, così come il Museo Casa Martelli sarà visitabile con un itinerario del tutto insolito, cioè al contrario rispetto al consueto.

La sezione della mostra di Casa Martelli

La prima sezione della mostra che ha sede a Casa Martelli inizia con un’introduzione storica sulla devozione a Firenze e sul culto che la famiglia Medici e il patriziato fiorentino riservarono, tra il XVII e  il XIX secolo, ai santi loro concittadini e alla Santissima Annunziata di cui si espongono testimonianze della devozione all’immagine attraverso i riti, le cerimonie e i doni di cui il santuario è stato testimone.

Il percorso prosegue con l’illustrazione, nei suoi aspetti più privati, del culto come la spiritualità vissuta nell’intimità dei palazzi – espressa attraverso il possesso di reliquie, libri, piccoli altari portatili e immagini devozionali – per i grandi santi fiorentini, ma soprattutto per la santità al femminile di cui le maggiori testimoni sono Maria Maddalena de’ Pazzi (Firenze, 1566 – 1607; can. 1669), Caterina de’ Ricci (Firenze,1522 – Prato, 1590; can. 1746), illustre ava della Caterina che sposò nel 1802 Niccolò Martelli, e Giuliana Falconieri (Firenze, (1271(?) – 1341, can. 1737).

Il tema, molto sentito dalla famiglia Martelli la cui prossimità alla Curia fiorentina fu determinante negli ultimi secoli della sua storia, trova nell’ambientazione in alcune sale del palazzo la sua ideale collocazione. In palazzo Martelli sono infatti conservate numerose testimonianze, ad iniziare da quelle preziose portate in dote da Caterina de’ Ricci che documentano la grande spiritualità e il profondo bisogno di religiosità partecipata, fino a quelle delle ultime eredi della casata. In senso analogo è da leggersi anche la volontà di Francesca, ultima discendente dei Martelli, che lasciò tutti i suoi beni alla basilica di San Lorenzo e alla Curia fiorentina.

A questi aspetti si aggiunge, sempre in ambito cittadino, la celebrazione civica e familiare della devozione per alcune beate e venerabili, talvolta fondatrici di ordini monastici, spesso accomunate da nascita illustre. A completare, l’approfondimento sullo stretto rapporto fra queste figure femminili e la società coeva, l’attenzione loro riservata dal clero e dai fedeli nell’ambito che va dall’assistenza all’educazione. Particolare attenzione è rivolta al culto mariano, ripercorrendo, attraverso le impressioni e i commenti dei visitatori, i pellegrinaggi alla Santa Casa di Loreto. A conclusione, il collezionismo di oggetti sacri, un vero mondo di tesori da scoprire, dove sarà esposta, collezione di meraviglie, una raccolta di opere ed oggetti di squisita fattura che testimoniano un ambito meno noto del collezionismo.

La sezione della mostra di Villa La Quiete

Allestita presso alcuni ambienti di Villa La Quiete, questa sezione approfondisce le origini e i caratteri di un importante aspetto della devozione femminile fiorentina tra Sei e Settecento.

La Quiete, istituzione secolare d’ispirazione religiosa fondata da Eleonora Ramirez de Montalvo alla metà del XVII secolo, accoglieva donne per lo più provenienti dalla nobiltà, desiderose di vivere liberamente, senza voti, nella separatezza e nella preghiera; a questo si aggiungeva la missione educativa nei confronti delle bambine, che venivano loro affidate dalle famiglie affinché si formassero secondo la morale cristiana e, giunte alla maggiore età, decidessero se sposarsi oppure prendere i voti. Fondatrici e, pertanto, figure – chiave di questa istituzione furono Eleonora Ramirez de Montalvo (Genova, 1602 – Firenze, 1659) e la Granduchessa Vittoria della Rovere (Pesaro, 1622 – Pisa, 1694): l’una ispiratrice della congregazione e autrice delle sue costituzioni; l’altra, superiora e “madrina” della stessa.

La sezione si sviluppa in alcuni ambienti, fra cui la chiesa e il coro basso. Nella chiesa sono esposte – in aggiunta alle opere d’arte già presenti – alcune testimonianze sulle due fondatrici appena ricordate, contestualmente ai monumenti loro dedicati che qui hanno luogo, nonché sulla vita del conservatorio nel XVII secolo. Nel coro basso, si possono ammirare le commissioni di Anna Maria Luisa de’ Medici, nipote di Vittoria, ultima dei Medici, legatissima alla Quiete, e alcuni manufatti di eccezionale valore artistico e documentario per la spiritualità delle Montalve.

Gli inediti

Molte le opere del tutto inedite nel percorso espositivo, che presenta la storia della famiglia Martelli e il suo legame con la Chiesa fiorentina attraverso le sue committenze, quali la magnifica Croce Martelli, recentemente restaurata e qui presentata con una inedita valutazione critica ed attributiva. Sono inoltre presenti lo splendido e sconosciuto Sant’Agostino scrive sul cuore di santa Maria Maddalena de’ Pazzi, di Cosimo Ulivelli, e il commovente Ritratto di suor Diomira Allegri di Carlo Dolci, uscito per la prima volta dalle mura silenziose fra le quali è conservato. Inoltre il preziosissimo Ostensorio del 1619 ca., in argento e pietre preziose, opera di Jonas Falck, recante gli stemmi di Ferdinando I de’ Medici e di Cristina di Lorena e proveniente dal Convento della Santissima Annunziata. Insieme a ex voto, Agnus Dei, provenienti da numerosi prestatori, sedi pubbliche e collezioni private italiane, ma soprattutto da una straordinaria e inedita raccolta mai esposta al pubblico di oggetti sacri, medaglie, veli, berrette, “misure”, reliquiari e piccoli teatri sacri, ossia diorama con scene sacre, di eccezionale attrattiva.

 

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