E’ stata inaugurata venerdì 12 dicembre, la mostra online dal titolo L’Amico rivisitato. Amico Aspertini e altri bolognesi, che nasce all’interno del Progetto Euploos, programma interdisciplinare volto alla rivisitazione critica dell’intera collezione di disegni del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Curata dalla direttrice dell’Istituto, Marzia Faietti – con Roberta Aliventi, Laura Da Rin Bettina, Michele Grasso, Giorgio Marini e Raimondo Sassi -, la mostra si avvarrà di un catalogo scientifico che da domani sarà permanentemente disponibile sul sito web del Polo Museale Fiorentino all’indirizzo http://www.polomuseale.firenze.it/gdsu/euploos/#/mostreonline, mentre le opere in originale verranno allestite nella sala espositiva Edoardo Detti del GDSU e visibili fino all’8 febbraio 2015, dal martedì alla domenica (ore 8.15-18.50, ingresso libero con il biglietto della Galleria degli Uffizi).
In totale si tratta di 37 disegni provenienti dalle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, che permettono di rileggere sia la produzione di Amico Aspertini, sia dell’ambiente dove questi si formò.
Una rivisitazione critica
La recente analisi del vasto nucleo di fogli attribuiti storicamente ad Amico Aspertini (Bologna, 1473/75-1552) ha consentito una ricostruzione filologicamente coerente delle opere di sicura autografia, concorrendo a illustrare alcuni aspetti della sua poliedrica ricerca grafica caratterizzata da diverse tecniche artistiche. Esse spaziavano dall’uso dell’inchiostro diluito, della biacca e di pigmenti colorati, per ottenere effetti pittorici destinati progressivamente a sfaldare le forme; all’adozione della penna, sottile o larga e declinata in molteplici modi (dalla linea a puro contorno, al tratteggio parallelo, al vigoroso tratto incrociato, quest’ultimo in parte assimilabile al segno silografico).
L’esame di una ristretta selezione di disegni dovuti ad alcuni artisti coevi ad Aspertini, bolognesi di nascita o d’adozione, quali Biagio Pupini e Bartolomeo Ramenghi, detto Bagnacavallo, nonché dei due più rilevanti pittori in Bologna che lo avevano preceduto, Lorenzo Costa e Francesco Raibolini, detto il Francia, e del figlio maggiore di lui, Giacomo o Jacopo Raibolini, offre inoltre uno spaccato del contesto in cui Aspertini si formò e in seguito operò, consentendo una comprensione a tutto tondo della sua produzione disegnativa.
Comune denominatore nell’arte di Amico sono l’interesse per l’antico e la riflessione sui diversi maestri a lui contemporanei, come Michelangelo, Raffaello e i veneti; tali predilezioni si coniugano, poi, con la cultura nordica tedesca, conosciuta non solo attraverso la circolazione delle stampe, e reinterpretata alla luce di una continuità ideale dell’artista con la tradizione più icastica ed espressionistica del Trecento bolognese.
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