In occasione della mostra HUMAN. Antony Gormley, al Forte di Belvedere fino al 27 settembre, curata da Sergio Risaliti e Arabella Natalini, prosegue il ciclo di conferenze con ospiti internazionali per approfondire l’utilizzo e la rappresentazione del corpo nell’arte dal Novecento al contemporaneo.
Domani, giovedì 17 settembre ore 17.30 al Forte Belvedere (via San Leonardo, 1)
Arabella Natalini
Antony Gormley: dalle mura di Derry ai bastioni di Forte Belvedere
Protagonista di numerose opere per spazi pubblici, Antony Gormley ha più volte dichiarato che ogni progetto richiede una grande responsabilità verso i luoghi e le persone, e, nel caso delle commissioni pubbliche, il coinvolgimento delle amministrazioni e dei cittadini è un fattore assolutamente imprescindibile.
Dal punto di vista teorico, l’ampio dibattito sull’arte pubblica sviluppatosi negli ultimi decenni ha contribuito solo parzialmente a rispondere ai molteplici interrogativi che stanno alla base di pratiche ormai tanto consolidate quanto eterogenee. Ciononostante, le commissioni di opere pubbliche, temporanee o permanenti, sembrano essere divenute sempre più numerose e hanno messo alla prova alcuni tra i maggiori artisti contemporanei. Tra questi, proprio Antony Gormley che, pur rigettando l’etichetta di arte pubblica, ha realizzato nel corso della sua lunga carriera alcuni progetti emblematici.
Ripercorrendone per sommi capi il percorso, da alcune delle prime opere per arrivare alla personale realizzata dall’artista a Firenze, se ne metteranno in luce le caratteristiche peculiari. Human, nella sua complessità, sollecita ulteriori riflessioni, dove questioni di ordine generale si intrecciano con la poetica ed il modus operandi dell’artista.
Arabella Natalini, storica dell’arte, curatrice e docente di Cultura del progetto presso ISIA di Firenze, è particolarmente interessata ai recenti sviluppi dell’arte pubblica, alla riflessione sul rinnovato ruolo del museo d’arte contemporanea e ai complessi rapporti tra sfera pubblica e privata. Dal 2001 a oggi dirige la manifestazione “Tusciaelecta. Arte contemporanea nel Chianti” (www.tusciaelecta.org), invitando artisti italiani e stranieri a realizzare opere site-specific per nove comuni compresi tra Firenze e Siena. Dal 2009 al 2012 è curatrice di EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze. Ha curato numerose mostre, cataloghi di esposizioni personali e collettive, scritto testi per pubblicazioni di settore, oltre a partecipare a convegni e conferenze in istituzioni italiane e straniere. Tra le ultime mostre: nel 2013 le collettive “(M)others” (MAMbo, Bologna) e “Altro da se” (Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno), nel 2014 e nel 2015 è co-curatrice delle personali “Giuseppe Penone. Prospettiva Vegetale (2014) e “Antony Gormley. HUMAN” (entrambe a Forte di Belvedere, Firenze).
Mercoledì 23 Settembre ore 17.30 al Museo Novecento
Teresa Macrì
Fenomenologia della performance
All’interno del linguaggio artistico, a partire dagli anni Sessanta, la performance diventa un attacco radicale e un luogo di trasgressione; una sorta di autorappresentazione legata ai fenomeni culturali e sociali. Essa arriva ad imporsi come nodo fondamentale nella storia dell’arte contemporanea perché l’essere al mondo si afferma come prassi fondante del fare estetico. E’ dunque l’esistenza stessa ad affermarsi e per la prima volta l’arte si identifica, si interseca, diviene corpo compatto con la vita. Da questo momento tutti i ruoli tradizionali vengono azzerati e sfalsati.
La conferenza verterà sull’esperienza del corpo, quindi sulla fenomenologia della performance radicale che si evolve dagli anni Sessanta (Vito Acconci, Chris Burden, Eva Hesse, Rebecca Horn, Ana Mendieta) passando per quella estrema degli anni Novanta (Orlan, Mathew Barney, Marcelì Antunez Roca) fino alla pratica artistica più socializzante e poetica di Francis Alÿs, Jeremy Deller e di giovani artisti italiani come Elena Bellantoni.
Teresa Macrí è critica d’arte, curatrice indipendente e scrittrice. Si occupa di Cultura Visuale ed è docente di “Fenomenologia delle Arti Contemporanee” all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Collabora come saggista con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, curando “voci” attinenti ai nuovi processi di ridefinizione dell’arte contemporanee. Collabora a Il Manifesto e con riviste internazionali. Tra le pubblicazioni si ricordano: Il corpo postorganico, Costa & Nolan, 1996 (nuova edizione aggiornata de Il corpo postorganico, Costlan, 2006);Metamorfosi do sentir, Lisbona, Assirio Y Alvim, 1998; Cinemacchine del desiderio, Milano, Costa & Nolan, 1998;Postculture, Roma, Meltemi, 2002; In the Mood for Show, Roma, Meltemi, 2008 e Politics/ Poetics, Milano, Postmediabook, 2014.
Gli incontri sono a cura di Valentina Gensini.
Le conferenze sono ad ingresso libero e, nel caso del Museo Novecento non prevedono l’accesso al percorso museale.
La conferenza prevista per il 16 settembre con il prof. arch. Marco Casamonti è stata annullata.
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