GIFFONI 2016, ‘MEET THE STARS’ DI GOMORRA LA SERIE: “IL FESTIVAL È L’ALTERNATIVA AL MALE”


“Siete bellissimi! Giffoni è il Festival più bello del mondo!”: così il cast di Gomorra La Serie ha salutato i partecipanti al primo Meet the Stars organizzato dal Giffoni Film Festival che ha dato a centinaia di fans l’occasione di incontrare Marco D’Amore, Salvatore Esposito, Cristiana Dell’Anna, Cristina Donadio, Marco Palvetti, Fabio De Caro e Carmine Monaco.

“Giffoni è l’alternativa al male” dice Cristiana Dell’Anna, la Patrizia della serie. “Quel che frega le persone che vivono in contesti disagiati è il non avere altra scelta. Ma quel che fate qui è una grande alternativa, da non farsi scappare”. Una di quelle occasioni che non si è fatto sfuggire Carmine Monaco, ‘O Track nella serie: “Io vengo dai Quartieri Spagnoli e certe situazioni raccontate nella serie io le ho viste, qualche amico mio ‘che ha sbagliato’ le ha anche vissute. Ho sofferto a preparare il mio personaggio, anche perché ero circondato da professionisti, ma devo dire che dal vostro entusiasmo è andata bene”, le parole dell’attore.

Di fronte alle polemiche di quanti vedono in Gomorra solo la rappresentazione del male, Marco Palvetti replica che “i ragazzi hanno invece saputo riconoscerne la qualità, la nostra onestà nel rappresentare una realtà che va oltre la serie”. “Gomorra esiste perché c’è la camorra, non il contrario” ha ricordato Cristina Donadio, la spietata Scianèl, che esorta il pubblico a non considerare simboli i personaggi della serie. “Non si meritano i vostri selfie, sono il male. Considerateci dei fumetti, non degli eroi” aggiunge Donadio, cui fa eco Palvetti: “Tra di noi non c’è nessun personaggio positivo. Un uomo che uccide la moglie o uccide un bambino è un uomo già morto”.

Ruoli ai quali gli interpreti non hanno paura di restare imprigionati come precisa D’Amore: “Ciascuno di noi è devoto al proprio personaggio. Sono dei veri abissi, non finiscono mai di offrire qualcosa. La paura non deriva dai personaggi ma dalle logiche dell’industria cinematografica”, aggiunge l’attore, pur esortando il pubblico a non chiuderli in un solo ruolo: “Voi avete il potere commerciale di scegliere, siete voi che dovete seguirci nei nostri altri progetti, al cinema o in teatro, e scoprirete che ciascuno di noi fa tante altre bellissime cose. Pretendete dagli attori serietà, rigore, qualità: nel nostro paese c’è chi fa del nostro mestiere solo una mostra di vanità, alimentata da anni di prodotti medio-bassi che hanno finito per portare il pubblico a identificare ruoli e attori”.

A chi si complimenta per la crescita del suo Genny, Salvatore Esposito risponde invertendo la prospettiva: “Gennaro non cresce, regredisce. La sua è una involuzione morale che per un attore rappresenta una sfida bellissima. Genny, infettato dal veleno della famiglia, è diventato proprio quello che i genitori avrebbero voluto”. Quanto alle polemiche seguite alla tanto discussa scena che ha visto Malammore uccidere a sangue freddo la figlia di Ciro Di Marzio, l’interprete Fabio De Caro ha raccolto le scuse che una mamma, dalla platea, gli ha rivolto a nome di quanti lo hanno aggredito sui social: “Quell’1% che mi ha minacciato via social ha dei problemi: per questi però ci vuole solo un medico. E’ acqua passata. Il vostro calore mi rassicura”.

Ai tanti che in Campania si sono schierati contro la serie, Esposito replica che “Gomorra è una cassa di risonanza molto comoda, usata anche da politici che ne hanno approfittato per far campagna elettorale, anche dicendo di aver negato il permesso per riprese che non erano mai state richieste. Le telecamere di Gomorra sono impietose: dietro le nostre facce non ci sono scenografie. Se il sindaco di Afragola dice di no alle riprese alle Salicelle è perché sa che fanno schifo. Dovrebbe poi spiegare come si fa a far vivere i propri concittadini in quella maniera – precisa D’Amore – La vera domanda è come è possibile che quello che raccontiamo avvenga a 2 km da una metropoli europea. Cosa c’è davvero dietro? Forse un potere più pulito, magari in giacca e cravatta, che fa più paura delle pistole” ha aggiunto.

“Nessuno dice che Gomorra è un indotto importante: giriamo per 9 mesi di fila, con investimenti di 16/18 milioni di euro che portano lavoro. Ma questo non fa notizia: in Italia fa notizia il vibratore di Scianel” rincara Esposito, rispondendo a una domanda posta da una ragazza di Corato, località balzata alla cronaca per il disastro ferroviario che ha ucciso 23 persone.” Solo nel Sud Italia dimenticato da tutti può succedere quello che è successo a Corato! È una vergogna! – si scalda D’Amore, sostenuto da un lungo e caldo applauso che dalla platea ha ricordato le vittime. – Questo è anche quel Paese in cui un ragazzo di 26 anni scrive un libro e finisce per avere più detrattori di quelli di cui racconta” aggiunge l’attore, citando così Roberto Saviano, cui si deve l’idea di un libro che ha conquistato il mondo e una serie venduta in 150 Paesi del mondo.

L’invito che arriva da cast è quello di imparare ad andare dentro le cose, come invita a fare Gomorra, senza lasciarsi trascinare dalla polemica facile. “Quelli che si indignano per Gomorra magari sono gli stessi che non raccontano quello che hanno visto al parco Verde di Caivano dove è morta la piccola Fortuna”, conclude De Caro, con Esposito che aggiunge “O sono i politicanti che preferiscono indignarsi per una serie e far finta che il resto non esista”. Gomorra appassiona, non solo sullo schermo.

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