Dopo la Apple, il CERN. È operativo, infatti, l’Accordo quadro firmato dall’Università di Napoli Federico II e l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare che ha sede a Ginevra. ‘Un altro esempio concreto – sottolinea il Rettore Gaetano Manfredi – della politica di internazionalizzazione che stiamo sviluppando per una continua crescita della competitività dell’Ateneo’.
L’Accordo sancisce una collaborazione scientifica per il Settore Acceleratori del CERN e prevede una serie di contratti di ricerca per la soluzione di problemi realizzativi di elevato profilo tecnico-scientifico che riguarderanno studenti di laurea magistrale e di dottorato, post-doc, personale a contratto, ricercatori e professori. Ma anche aziende del territorio e nazionali. Tra tesisti e dottorandi, si prevede un consistente flusso di studenti, una trentina almeno per il primo anno; altrettanti si stimano tra docenti e ricercatori distaccati o comunque coinvolti nelle ricerche.
A seguito dell’Accordo, nei giorni scorsi il Rettore Manfredi è andato in visita al CERN con una delegazione ufficiale della Federico II composta da Pasquale Arpaia, responsabile scientifico dell’Accordo, e a capo del laboratorio Instrumentation and Measurements for Particle Accelerators della Federico II, Piero Salatino, Presidente della Scuola Politecnica ed delle Scienze di Base, e Leonardo Merola, Direttore del Dipartimento di Fisica, entrambi nel Comitato Scientifico dell’Accordo.
La delegazione federiciana è stata ricevuta dalla Direttrice Generale, Fabiola Gianotti, e dai massimi esponenti del CERN, dal Direttore della Ricerca, Eckhard Elsen, dai Direttori dei Dipartimenti tra i più importanti del Centro di Ginevra, Roberto Losito, allievo fredericiano e capo del Department of Engineering, Gian Francesco Giudice, capo del Department of Theoretical Physics, Miguel Jimenez, capo del Technology Department, e Lucio Rossi, capo del progetto “alta luminosità” della più grande macchina che abbia mai costruito l’uomo, il Large Hadron Collider (LHC).
La LHC ha già raggiunto traguardi estremamente rilevanti per la scienza, quali la prova sperimentale dell’esistenza del Bosone di Higgs, che nel 2012 ha portato il Nobel all’omonimo scienziato, che circa 50 anni addietro ne predisse l’esistenza. Tuttavia, oggi il CERN si trova a fronteggiare una duplice sfida tecnologica e in supporto a questo sforzo in ricerca e sviluppo tecnologico si inquadra l’Accordo quadro recentemente firmato.
Vantaggi dell’accordo quadro con il CERN per Federico II e aziende campane/italiane
Per tutti gli attori universitari, dagli studenti ai professori, l’attivazione dei contratti legati alla stipula dell’Accordo quadro comporta la definizione di attività di ricerca scientifica o di sviluppo precompetitivo formalizzate dal contratto e supportate dal CERN, con i seguenti vantaggi:
- studenti di laurea magistrale: essi possono svolgere training on job nei laboratori di Ginevra supportati dal CERN:
- durante il periodo estivo (Summer Students);
- per sei mesi (Stagiaires);
- per la tesi fino ad un massimo di 14 mesi (Technical Students);
nell’ambito di filoni di ricerca consolidati dal suddetto contratto.
- studenti di dottorato: essi possono svolgere attività di ricerca semestrale fino ad un massimo di tre anni nei laboratori di Ginevra supportati dal CERN (Doctoral Programme), nell’ambito dei filoni di ricerca applicata consolidati dal contratto specifico;
- post-doc: essi possono svolgere attività di ricerca applicata o tecnica finalizzata ad acquisizione di tecnologie di punta, facilitanti un successivo fruttuoso inserimento nel mondo del lavoro in aziende internazionali di elevato profilo (la referenza CERN in tal caso è determinante), nei laboratori di Ginevra interamente supportata dal CERN (Fellowship Grant) nell’ambito di filoni di ricerca applicata consolidati dal contratto;
- personale a contratto: essi possono svolgere attività di ricerca applicata o tecnica finalizzata ad acquisizione di tecnologie di punta facilitanti un successivo fruttuoso inserimento nel mondo del lavoro in aziende internazionali di elevato profilo (la referenza CERN in tal caso è determinante) nei laboratori di Ginevra, nell’ambito di filoni di ricerca applicata supportati dal CERN, consolidati mediante il suddetto contratto specifico;
- ricercatori e professori: essi possono associarsi al CERN (Project Associates) per svolgere/coordinare attività di ricerca nei laboratori di Ginevra supportati dal CERN nell’ambito di filoni di ricerca consolidati da un contratto;
- aziende campane/italiane: possono essere coinvolte in attività di ricerca supportate dal CERN nell’ambito dei filoni di ricerca consolidati da un contratto.
‘Siamo convinti che la Federico II può dare un contributo significativo al nuovo sforzo tecnologico del CERN. È ben noto – spiega Losito – che nella tecnologia è molto più difficile mantenere sul lungo termine un alto livello di innovazione piuttosto che raggiungerlo per la prima volta’.
‘Gaetano Manfredi è il primo rettore della Federico II che visita il CERN, segno del profondo cambiamento dell’Ateneo – ricorda Arpaia -. Sono ora alla firma del CERN due progetti pilota, il primo riguarda il Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale, il secondo riguarda il Centro di Servizi di Metrologia Avanzata nel nuovo polo di San Giovanni – continua il responsabile scientifico dell’Accordo -. Ma il CERN è molto interessato anche all’impiego rivoluzionario di metamateriali elettromagnetici per le cavità acceleratrici, che riguardano il Gruppo di Fisica Tecnica, e al trattamento di ultra-depurazione delle acque del Gruppo di Impianti Chimici’.
I responsabili dei gruppi di ricerca coinvolti sono Rita Mastrullo, Enrico Armentani, Leonardo Merola, Amedeo Lancia e Piero Salatino.
Nel corso della visita, il Rettore Manfredi ha incontrato studenti e ricercatori federiciani di stanza a Ginevra ed ex federiciani dipendenti CERN, ricordando le radici storiche e le prospettive future dell’impegno dell’Ateneo al CERN e impegnandosi ad individuare fonti di finanziamento a supporto della ricerca di punta.
Sono una sessantina i federiciani che, a diverso titolo, attualmente gravitano nei laboratori del CERN.
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