Paesaggio di Leonardo da Vinci: il disegno tornerà per la prima volta nella terra d’origine dell’artista


Tra i disegni più famosi nella storia dell’umanità, il Paesaggio di Leonardo da Vinci, prima  opera datata dell’artista (5 agosto 1473), tornerà per la prima volta nella terra d’origine  dell’artista dopo oltre 500 anni dalla sua realizzazione. L’evento è in programma nell’estate  2019, in occasione del 500° anniversario della morte del genio.
Come concordato ieri durante un incontro di lavoro tra il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike  Schmidt, la Curatrice del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi, Marzia  Faietti, la Direttrice del Museo Leonardiano e della Biblioteca Leonardiana di Vinci, Roberta  Barsanti, e l’Assessore alla Cultura del Comune di Vinci, Paolo Santini, a partire dal 5 agosto  2019 il Paesaggio sarà esposto per cinque settimane a Vinci, la cittadina che a Leonardo diede  i natali il 15 aprile 1452.
Proveniente con ogni probabilità dal più antico fondo collezionistico mediceo, il foglio, ora  custodito al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi, si ricongiungerà  idealmente alle terre d’origine del maestro, il Valdarno inferiore, che ne sono state la fonte  d’ispirazione.
“Il famoso Paesaggio degli Uffizi – sottolinea Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi –,  talmente celebrato da essere comunemente ricordato con il suo numero di inventario (8P recto),  può considerarsi tra i primi paesaggi autonomi nel disegno occidentale, e costituisce la più precoce  testimonianza grafica dell’artista. Con la data vergata in alto a sinistra, il prezioso foglio dichiara la  sua appartenenza a una nuova stagione di Leonardo, da poco iscritto alla Compagnia dei pittori di  Firenze, la Compagnia di San Luca: siamo agli inizi di una maturazione professionale che avrebbe  coinciso più o meno con l’avvento di una nuova Età dell’Oro per la fioritura delle arti a Firenze,  preannunciata nel 1469 dalla successione di Lorenzo de’ Medici a Piero di Cosimo. Tra le ricerche  sviluppate allora dall’artista si segnala il rapporto tra figure e paesaggio, cui si accompagnava  un’inclinazione verso l’illustrazione di brani paesaggistici dove si declinavano conoscenze della  pittura nordica. Non è un caso che nel disegno inventariato ‘8P’ si ritrovino convenzioni  rappresentative fiamminghe originalmente interpretate e parallele a quelle sviluppate negli stessi  anni dai Pollaiuolo”.
“Nel Paesaggio – osserva Marzia Faietti, Curatrice del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe  delle Gallerie degli Uffizi – Leonardo adottò un tracciato assai diversificato per conseguire una  trascrizione insieme naturalistica e astratta del dato di natura. Nel disegnare le forme naturali,  l’artista non si lasciò infatti sedurre dalle attrattive di una diligente perizia mimetica; viceversa,  abbandonandosi al ritmo fluente della penna, evocò liberamente forme vedute dal vivo,  rivisitandole a distanza e a memoria. Tale processo mnemonico si accompagnava al desiderio di  richiamare le sensazioni provate a contatto con il paesaggio naturale, colto nell’attimo fugace di un  momento della giornata. L’inedito tracciato lineare doveva infatti costruire le immagini della natura  ricercando analogie sul piano formale e suscitando particolari percezioni visive e sensoriali”.
“Per Vinci e per il suo territorio sarà un evento epocale,” afferma Paolo Santini. Aggiunge  Roberta Barsanti: “Nessun’altra opera è così simbolica del legame di Leonardo con Vinci e i  luoghi circostanti”.

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