DAL LASER AL BIO-RESTAURO: L’HI-TECH ALLA V EDIZIONE DEL SALONE DELL’ARTE E DEL RESTAURO DI FIRENZE


Protezioni e sensori anti-umidità per le opere d’arte, laser per la pulizia e la diagnostica avanzata, batteri ‘pulitori’ ed alghe collanti, per il biorestauro: sono alcune delle novità a disposizione del patrimonio artistico, che sono state  presentate alla V edizione del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze (10-11 novembre, Padiglione Cavaniglia – Fortezza da Basso). Nel corso della prima giornata l’attenzione è stata rivolta, soprattutto, agli interventi innovativi per tutelare, e ripristinare, il patrimonio artistico danneggiato da calamità naturali, o dalla mano dell’uomo.

Tra questi sono state presentate anche tecniche di biorestauro, cheimg_9296 permettono di lavorare sulle opere d’arte, utilizzando sostanze naturali invece di prodotti chimici. Questo metodo prevede l’uso di microrganismi capaci di rimuovere depositi di varia natura, con indubbi vantaggi in termini di selettività dell’intervento, sicurezza per l’opera d’arte, non tossicità per i restauratori, basso costo e ridotto impatto ambientale. Non solo, un team di ricerca dell’Istitutoper l’Arte e il Restauro-Palazzo Spinelli, di Firenze, ha presentato un metodo innovativo e “green” per il restauro di libri e di altre opere cartacee. Grazie ad una speciale algarossa, chiamata “Funori”, che cresce nelle aree costiere di Giappone, Cina e Corea, è possibile restituire il collante alla carta, facendo a meno dei prodotti sintetici. Il tutto senza “aggredire” quindi il materiale cartaceo e con una maggiore resistenza a muffe e umidità, nel tempo.

Tra le nuove frontiere per la conservazione e la pulizia dei beni culturali c’è poi l’utilizzo del laser. Questo sistema permette di rimuovere sporco e incrostazioni dalle superfici e può essere utilizzato su un gran numero di materiali. Interventi di questo tipo sono stati eseguiti per restaurare il fregio della porta del Paradiso del Battistero di Firenze, per le dorature della porta nord del Battistero e per le Catacombe romane. Ma la vera innovazione della tecnologia laser, riguarda la diagnostica avanzata, che consente di rilevare a distanza le caratteristiche morfologiche e di colore di un’opera d’arte e di ricostruirne un’immagine tridimensionale, con risoluzioni superiori rispetto ai dispositivi convenzionali, offrendo anche la possibilità di individuare eventuali danneggiamenti.

Infine, per quanto riguarda le nuove tecniche di intervento, si è parlato dell’utilizzo di un particolare polimero composito, utilizzato generalmente nell’edilizia, per restaurare i mosaici. Uno strumento, questo, che andrebbe a sostituire l’attuale impiego del cemento, garantendo un risultato più omogeneo e gradevole.

Venerdì 11 novembre si è tenuta la giornata conclusiva, con ulteriori importanti appuntamenti. In particolare è stato assegnato il III “Premio Friends of Florence – Salone Restauro di Firenze 2016”, in collaborazione con la Friends of Florence Foundation. Al progetto vincitore sono andati 20mila euro, volti a finanziare un intervento di restauro su un bene culturale presente in città. Il Salone è stato orgoglioso di poter essere stato strumento per riportare alla luce un’opera d’arte danneggiata da calamità naturali (alluvioni, terremoti, ecc), o da eventi tragici causati per mano dell’uomo (guerre, attentati, disastri ecologici ecc). Il vincitore è stato proclamato alle 12.30 al Talking Corner. Inoltre, lo stesso giorno, dalle 9.30 alle 17.45, nella Sala Edwards, si è svolta un’intera giornata di studi sui restauri sostenuti dalla Fondazione Friends of Florence.

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