Pompei, salita per fortuna agli onori della cronaca per fatti positivi (gli scavi archeologici registrano quasi ogni fine settimana decine di migliaia di presenze), è ormai divenuta una città in cui gente proveniente da ogni angolo del mondo si reca per vivere la storia e vivere una storia. Ragion per cui tanti sono i progetti sorti come corollari al forte potere attrattore del famoso sito archeologico: tra questi c’è il wine bar e ristorante “Trigaio”, ubicato nel cuore di Pompei – a pochi metri dal Santuario (altro fiore all’occhiello della città) -, in via Lepanto 180.
Il termine “triga” indica un carro a tre cavalli che veniva usato dagli antichi Romani. Tre sono infatti icavalli di battaglia” del locale, organizzato per l’appunto su “tre piani di buon umore”: la gioia inizia al piano terra con il wine bar ove è possibile sorseggiare ottimi aperitivi oppure buoni vini, che possono essere poi abbinati a piatti eleganti e al contempo semplici perché fatti con ingredienti i cui profumi e sapori raccontano il territorio (dai taglieri di formaggi e salumi, accuratamente selezionati, accostati da mostarde e frutta secca, alle fritture, passando per le zuppe di fagioli spollichini o di patate avezzane), il tutto accompagnato da buona musica oppure dalla lettura di un quotidiano; al primo piano c’è la cucina a vista ove tutti i “buoni intenditori” possono ammirare la brigata di cucina – composta da personale qualificatissimo – all’opera per la creazione di piatti tipici della tradizione, rivisitati secondo “l’estro e l’umore del giorno”, che possono essere poi consumati al tavolo oppure “spiluccati” comodamente seduti su un divano e – nell’attesa – è possibile anche leggere un libro oppure divertirsi con un gioco di società; al secondo piano, oltre a potersi accomodare per trascorrere un piacevole momento all’insegna del buon gusto e del buon umore, è possibile organizzare eventi e feste private.
Pane, grissini, tarallini sono rigorosamente home made. Nel menù, che varia a seconda della stagionalità degli ingredienti, compaiono tartare di dentice verace, polpo arrosto con maionese e croccante di patata, mini burger di salsiccia di nero casertano con fondente di provola e spaghetti di friarielli su crema di pane (rivisitazione del classico panino salsiccia e broccoli). Da provare lo spaghettone di Gragnano a mo’ di “scapece”, e le candele di grano duro alla genovese. Una menzione speciale va fatta alla fritturina di paranza con croccante di verdurine e composta di nespole e limone, e poi alle alici di Cetara ripiene, e alla pancia di maialino nero casertano cotta dolcemente.
Insomma, Trigaio non è un semplice ristorante, ma uno spazio polifunzionale finalizzato a mettere a proprio agio, far stare bene, chi vi accede.
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