Don Antonio Loffredo sindaco de Il Paese dei Balocchi 2018


Don Antonio Loffredo verticale

L’arte per valorizzare il patrimonio dei popoli, l’arte per tramandare storia, usi e costumi, l’arte per salvare vite umane. Sono tante le sfaccettature che questa parola può assumere e nel mondo contemporaneo c’è forse una persona che più di ogni altra ha saputo elevarla ad àncora di salvezza ridando un’opportunità a persone che vedevano solo buio in fondo al loro tunnel.

La città di Fano dà il benvenuto a Don Antonio Loffredo, sacerdote del rione Sanità di Napoli e prossimo sindaco de Il Paese dei Balocchi, la festa per grandi e piccini che dal 17 al 20 agosto tornerà protagonista per la 15esima edizione e che quest’anno ha scelto come tema appunto l’Arte.

Sul palco centrale di Piazza Bambini del Mondo, Don Antonio Loffredo racconterà di come ha saputo, grazie all’arte, far cambiare al mondo l’idea malsana che aveva sul rione Sanità, uno dei quartieri più antichi e belli di Napoli, ma “tagliato” da un ponte che di fatto lo ha isolato dal resto della città dandogli una connotazione in cui povertà, camorra e delinquenza hanno regnato sovrane, con i giovani che già alla nascita avevano segnato il proprio destino. Questo almeno fino al 2001 quando nella chiesa Santa Maria della Sanità “piomba” come un portatore sano di ottimismo Don Antonio Loffredo, parroco che da quel momento sarà destinato a cambiare le sorti di una popolazione intera.

Don Antonio ha avuto da subito l’intuizione di far capire ai giovani le bellezze artistiche e architettoniche di cui disponeva il rione Sanità e grazie alla sua audacia gli ha convinti a riappropriarsene con la consapevolezza che ristrutturare, dipingere e valorizzare avrebbe voluto dire anche crescita economica e occupazionale.

Come una catena della speranza sono nate in breve tempo varie cooperative di giovani (molti di loro reduci da un percorso di riabilitazione da tossicodipendenza), collaborazioni con professionisti del settore, sono state riaperte le catacombe di San Gaudioso prima e San Gennaro poi, sono stati restaurati 11mila metri quadrati di beni artistici e si sono creati posti di lavoro che hanno dato al rione Sanità una connotazione turistica impensabile solo 20 anni fa. Le catacombe sono passate da 3/4mila visitatori l’anno ai 100mila del 2017 e questo ha creato un’economia circolare che a pioggia ha portato benefici a tutti: grazie al lavoro di Don Antonio e i suoi ragazzi, infatti, sono nati ristoranti, pizzerie, negozi di oggettistica, strutture ricettive e questa è forse la vera vittoria di tutto il progetto.

“Le pietre scartate spesso possono diventare pietre preziose – spiega Don Antonio –. ‘Sanità’ era conosciuto solo per la cronaca fino a qualche tempo fa, oggi invece è molto di più e questo perché i ragazzi hanno cambiato gli obiettivi. Ora sanno che un futuro è possibile, ora sanno l’importanza di studiare per crearsi un domani e hanno capito l’importanza di fare squadra”.

Come spiegato da Don Antonio, nei ragazzi è stata inculcata la voglia di apprendere e conoscere e di fare qualcosa per il proprio paese. Ecco quindi che accanto al restauro e la riapertura delle catacombe sono nate scuole di musica, corsi di danza e teatro. Tutte iniziative per mettere i ragazzi sulla strada giusta, ovvero quella dell’arte e che ad alcuni di loro (7) hanno addirittura permesso di entrare in conservatorio, cosa nemmeno lontanamente immaginabile nel ventennio scorso.

Don Antonio e i suoi ragazzi non si sono lasciati rubare la speranza, riuscendo a tirar fuori il meglio dal quartiere più contraddittorio di una città altrettanto contraddittoria come Napoli lanciando un messaggio forte e chiaro: scommettere sul proprio territorio perché l’arte e la bellezza generano speranza.

“Il lavoro più duro – conclude Don Antonio Loffredo – è quello di cambiare l’approccio culturale e la mentalità di una città intera. C’è ancora tanta strada da fare ma siamo assolutamente sulla strada giusta”.

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