In mostra Tiziano, Bordon e gli Acquaviva d’Aragona


L’esposizione – cui si aggiunge in catalogo l’attenta ricognizione storico-topografica delle opere d’artisti veneti del Cinquecento in ambito regionale, dai Vivarini a Palma il Giovane, condotta da Nuccia Barbone Pugliese, che evidenzia una terra profondamente legata alla Serenissima specialmente lungo la costa marittima – pone al centro un inedito e notevole dipinto per la prima volta attribuito a Paris Bordon, raffigurante Il ritratto di Giulio Antonio II Acquaviva d’Aragona, attualmente in raccolta privata inglese e mai esposto prima d’ora.

L’opera, in un primo tempo assegnata addirittura a Tiziano (il primo a pubblicarla come tale fu Suida) ma in seguito dimenticata e poco considera, è stata riporta alla piena leggibilità grazie a un recente e accurato restauro che ha permesso ad Andrea Donati, curatore della mostra insieme a Nuccia Barbone Pugliese, e Fabrizio Vona, di riconoscervi un autentico lavoro di Bordon.

La mostra dunque da un lato fa luce su un periodo storico della Puglia poco esplorato, indagando le relazioni culturali ed economiche che legavano questa regione al regno di Napoli, dall’altro intende anche valorizzare alcune opere venete qui presenti a cominciare dal Ritratto di gentiluomo di Tiziano, esposto nella Galleria Nazionale della Puglia e sottoposto a indagini diagnostiche che stanno rivelando interessanti dati conoscitivi. A confronto con il dipinto di Bordon, oltre alle opere coeve di autori veneti conservate presso la Galleria Nazionale di Puglia e ad alcune eccezionali testimonianze dal territorio, saranno esibiti circa venti dipinti di grande rilievo provenienti da collezioni private, a ricostruire il contesto pittorico e figurativo del tempo – Tiziano, Sebastiano del Piombo, Lorenzo Lotto, Paris Bordon, Pordenone, Savoldo, Palma il Giovane e altri – tra cui importantissimi inediti (in tutto saranno esposti 30 dipinti in mostra) e medaglie del Cinquecento raffiguranti personaggi illustri (letterati, artisti, papi, imperatori, principi) che hanno avuto contatti con gli Acquaviva d’Aragona. Esposti anche libri antichi e documenti della storia di Bitonto e di Conversano.

Tra le opere d’assoluto interesse che la mostra consente a pubblico di vedere, prestate da prestigiose raccolte private italiane ed estere, vi sono per esempio un Cristo portacroce, che Lionello Puppi, grande studioso del Cinquecento veneto, nel catalogo della mostra riconduce alla mano di Sebastiano del Piombo o ancora due straordinari bozzetti di teste raffiguranti Angelo e Tobiolo, che sempre Puppi ritiene appartenere a particolari “studi” conservati da Tiziano in bottega, in questo caso forse riconducibili alla pala della sacrestia della Chiesa veneziana di San Marziale realizzata sul finire degli anni Quaranta.

Altro studio – vero e straordinario pezzo unico nel catalogo invece di Sebastiano del Piombo – è anche l’olio su carta con Maria ed Elisabetta presentato da Donati come “modello” per la parte superiore della famosa Visitazione di Sebastiano del Piombo conservata al Louvre. Eccezionale poi la presenza nel percorso espositivo d’assoluti capolavori provenienti da edifici di culto del territorio, che danno diretta testimonianza dell’importanza assunta dalla pittura veneta in Puglia nel XVI secolo. come la pala raffigurante San Francesco (cm 245 x 146) proveniente dall’omonima chiesa a Gallipoli, opera del Pordenone che viene ora restituita alla sua piena leggibilità e la Natività di Savoldo da Terlizzi.

La mostra sarà visitabile fino all’8 aprile 2013 alla Galleria Nazionale della Puglia.

  • Via Gian Donato Rogadeo, 14 – Palazzo Sylos Calò 70032 Bitonto – Bari
  • Telefono: +39 080 099708

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