“Noi di qua, voi di là”: Ferruccio Orioli in mostra a Napoli


Appunti per immagini, raccolti durante ricerche e peregrinazioni sul tema delle barriere che separano i popoli, costituiscono la selezione che Ferruccio Orioli espone nella sua nuova mostra personale dal titolo Noi di qua, voi di là inaugurata  sabato 15 dicembre, negli spazi di Fiorillo Arte (Riviera di chiaia 23, Napoli) e che sarà visitabile fino al 18 gennaio 2019.

La mostra, curata da Brunella Velardi, comprende opere di grande formato, serie e installazioni, realizzate tra il 2013 e il 2018 ed esposte per la prima volta, che restituiscono un’analisi lucida e amara sugli strumenti di delimitazione dei territori.

È a partire da muri, reti, fili spinati che si sviluppa l’indagine di Orioli, mai assuefatto alle contraddizioni che affollano la nostra quotidianità. Attraverso le lievi velature dell’acquarello con cui riprende le cromie di paesaggi sublimi e sconfinati, spezzati da una linea scura e decisa che interrompe l’idillio della natura, l’artista ci ricorda che il confine è il mezzo con cui l’uomo afferma la sua identità, e che in un mondo complesso e interconnesso la strada più semplice per definire se stesso continua ad essere nella dichiarazione di ciò che non è. Così, se il presupposto per essere nel mondo deriva da un principio di negazione che accomuna tutti, da Israele all’Iraq e fino al nostro Mediterraneo, violenze e conflitti divengono ineluttabili.

Circa 50 gli acquerelli esposti, alcuni dei quali uniti in mosaici che compongono quadri di grandi dimensioni, come Siamo partiti da molto lontano una fra le opere che Orioli ha realizzato in occasione della mostra, che consiste in 16 fogli ad acquerello su carta per una grandezza di quasi tre metri.

Lo sguardo di Orioli è quello di un viaggiatore che osserva e cattura con spirito romantico le lente trasformazioni del paesaggio, lo scorrere del tempo e scenari di paesi lontani tra loro” racconta la curatrice Brunella Velardi spiegando che è forse per questo che l’artista “non può restare indifferente alla smania della chiusura, e sui suoi appunti di viaggio imprime l’orribile catalogo delle barriere territoriali. Le lunghe serie di cartoline di Da che parte siamo?  e Otto turni al timone tra Melita Walley e Birsa Bank ricostruiscono un sinistro pattern di reti e fili spinati tra i quali lo sguardo si sforza di sbirciare, senza però riuscire ad escludere dalla messa a fuoco ciò che si impone in primo piano. Come accade in Noi di qua e in Voi di là , l’impossibile tentativo di scindere ciò che è uno, di sdoppiare due facce della stessa medaglia: succede solo che da uno dei due lati del muro si ha una fortuna negata all’altro, l’illusione di un orizzonte più lontano”.

E’ questo il fil rouge che lega le opere in mostra, in una sorta di brutale excursus, quanto mai attuale, che sintetizza il ciclo cause-conseguenze, da muri alti fino al cielo a imbarcazioni sprofondate in mare. Si situa, infatti, cronologicamente a chiusura del percorso, insieme a il polittico Siamo partitida molto lontano, l’installazioneMai più morti in mare.

 Costante di tutte le barriere è il filo spinato che l’artista riporta in quasi tutte le sue opere, nate da una attenta ricerca fatta negli anni che lo ha portato ad individuare “79 Stati coinvolti in questo enorme sforzo economico, che interessano il 51,6% della superficie emersa della terra. Segno che sono grandi Stati a promuovere queste iniziative: a partire dagli Stati Uniti, per finire alla Russia e all’ India, fino alla ricca Arabia Saudita” spiega Orioli, raccontando quanto sia sconcertante “che anche all’interno di singoli Stati ci siano delle barriere a separare un’ideologia dall’altra (Berlino, il muro per antonomasia), una religione dall’altra (Irlanda del nord, Iraq), popolazione ricca da quella povera (Perù), popolazione “normale” da immigrati, spacciatori, prostitute (Monaco di Baviera, Padova). Sotto il profilo economico è difficile, in molti casi, reperire non tanto il costo di costruzione, quanto gli enormi  costi di manutenzione delle infrastrutture, quali strade o opere in sabbia, e soprattutto il costo del personale destinato alla vigilanza: a seconda delle fonti, da 100 a 200.000 soldati e volontari  presidiano il confine tra Marocco e Sahara Occidentale, dove è stata realizzata la barriera più lunga al mondo dopo la Muraglia Cinese, iniziata nel 1947 e ultimata nel 1991”.

 Lo sguardo di Orioli in Noi di qua, voi di là è uno sguardo che attraversa, non per tornare indietro ma per oltrepassare. L’artista viola quel divieto per afferrare con gli occhi ciò che c’è al di là e scoprire che dietro grate e reti non c’è un oscuro nulla, ma il medesimo mondo che è al di qua. Che ci appartiene e a cui apparteniamo.

Parte del ricavato della mostra sarà devoluto all’UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Ferruccio Orioli

Ferruccio Orioli, veneziano, architetto, ha lavorato dopo la laurea in Basilicata – a Tricarico e a Matera – e poi a Roma occupandosi di pianificazione urbanistica e di opere pubbliche. Il suo rapporto con Napoli inizia nel 1982 come consulente del Commissario Straordinario di Governo per la ricostruzione post terremoto. Da Roma si trasferisce definitivamente a Napoli dove lavora anche per committenti privati, in particolare l’albergo Vesuvio, dove ha realizzato, in collaborazione con Gianmarco Biele, una interpretazione in gres porcellanato del vulcano dal cui interno spunta un ulivo. Da sempre utilizza la tecnica dell’acquarello applicandola a vari formati: da quello piccolo dei carnet 21×13 a un formato standard di 70×50 con il quale compone immagini di varie dimensioni. Tra queste una visione di Napoli, dall’interno della città verso il mare, da Posillipo al porto, lunga circa 27 metri e alta 4, in procinto di essere installata all’ingresso della nuova Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II a San Giovanni a Teduccio.

Noi di qua, voi di là

materiali di Ferruccio Orioli

a cura di Brunella Velardi

 

OPENING – SABATO 15 DICEMBRE ORE 11.30

Fiorillo Arte  Riviera di Chiaia 23, Napoli

dal 15 dicembre 2018 al 18 gennaio 2019

orari: da lunedì a venerdì 9-18, sabato 9-12 su richiesta

 [email protected]

galleria tel. 3472947429 | [email protected]

 

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