11 giugno 1997, una giornata come tante, di routine. Il caldo è afoso. Siamo alla Salita Arenella.Vicino c’è una scuola elementare. Una mamma ha per mano il figlioletto, di nome Francesco, che è appena uscito dalla scuola. Entrambi si avviano a casa proprio in Salita Arenella. Succede quello che nessuno si aspetta. In pochi minuti si scatena l’inferno. Due bande di criminali si fronteggiano a colpi di pistola.Un pregiudicato rimane ucciso all’istante, tale Raimondi.Un passante rimane ferito, ma chi ha la peggio è proprio la donna che rientrava a casa con Francesco. Un colpo alla testa. Morirà poco dopo in ospedale.
Silvia Ruotolo, questo il suo nome. Sposata con un ingegnere. Ha anche una figlia, Alessandra, la quale affacciata alla finestra vede la madre a terra. I criminali, compreso il mandate, furono individuati e arrestati uno dietro l’altro. Processati e condannati. Martedì 11 giugno, a distanza di 22 anni dall’accaduto, nei giardini di piazza Medaglie d’Oro si è svolta la cerimonia di commemorazione alla presenza di diverse autorità: il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il nuovo questore Alessandro Giuliano, figlio di Boris Giuliano, ucciso dalla mafia, i vertici di Polizia e Carabinieri, don Luigi Ciotti che ha dichiarato: “Silvia non è morta, è viva”! Alla cerimonia hanno partecipato anche alcune scolaresche. Le alunne leggendo alcuni pensieri, hanno voluto ricordare il “sacrificio” di Silvia Ruotolo. Nel frattempo, però, il signor Alfano, il mandante, dopo alcuni anni arriva a Chiaiano, lasciando il carcere, dove sconta la pena, per andare a trovare i parenti. Poi fa un salto al cimitero accompagnato dalla polizia penitenziaria.
Photo di Elio Guerriero
ELIO GUERRIERO
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