Parte da Capua il ‘Cuoreinallarmetour’ di Lorenzo Marone, lo scrittore ha scelto infatti il Circolo dei lettori – Cose d’Interni Libri come prima tappa della presentazione della sua nuova e attesissima opera ‘Inventario di un cuore in allarme’ pubblicata da Einaudi. Sabato 15 febbraio alle ore 19,00 incontrerà il pubblico nell’ambito degli appuntamenti di ‘Capua il Luogo della Lingua [fuori] festival’ diretto da Giuseppe Bellone. Un gradito ritorno per lo scrittore napoletano che qui ha ricevuto il Premio Placito Capuano nel 2018. Introdurrà il reading la scrittrice Marilena Lucente per dare vita ad un viaggio fatto di confessioni comiche, poetiche, paradossalidi un «cuore in allarme». Che prende in girose stesso mettendo in scena quello che,da Molière a Woody Allen, è sempre statoil più irresistibile dei personaggi tragici: l’ipocondriaco. Un libro a metà strada tra saggio e romanzo in cui il tema delle paure viene affrontato come se fosse una sorta di inventario ironico delle fobie.
IL LIBRO
Per un ipocondriaco che vuole smettere di tormentare chi gli sta accanto con le proprie ossessioni, trovare una valvola di sfogo è una questione vitale. Ma come si impara ad affrontare la paura da soli? Forse raccontandosi. È quello che fa Lorenzo Marone, senza timore di mostrarsi vulnerabile, con una voce che all’ansia preferisce lo stupore e il divertimento. Scorrendo l’inventario delle sue fobie ognuno può incontrare un pezzo di sé e partecipare all’affannosa, autoironica ricerca di una via di fuga in discipline e pratiche disparate: dalla medicina alla fisica all’astronomia, dalla psicologia alla religione, dai tarocchi all’astrologia. Alla fine, se esorcizzare del tutto l’angoscia resta un miraggio, possiamo comunque reagire alla fragilità ammettendola. E magari accogliere, con un po’ di leggerezza, le imperfezioni che ci rendono unici.
Lorenzo Marone (Napoli, 1974) ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi 2015; Premio Stresa 2015, Premio Scrivere per amore 2015, Premio Caffè Corretto – Città di Cave 2016), che ha ispirato un film, La tenerezza, diretto da Gianni Amelio; La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi 2016; Premio Como 2016), da cui verrà tratto un film omonimo per la regia di Marco Mario De Notaris; Magari domani resto (Feltrinelli 2017; Premio Selezione Bancarella 2017); Un ragazzo normale (Feltrinelli 2018; Premio Siani 2018); Tutto sarà perfetto (Feltrinelli 2019) e il saggio Cara Napoli (Feltrinelli 2018). Per Einaudi ha pubblicato Inventario di un cuore in allarme (2020). Ha una rubrica domenicale, «I Granelli», su «la Repubblica» di Napoli; collabora con «il venerdí di Repubblica» e con «tuttolibri». È tradotto in sedici Paesi.
IL FESTIVAL
Capua il Luogo della Lingua è il Festival promosso dall’associazione Architempo che dal 2005, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone, coinvolge la città di Capua ogni anno e vede la letteratura attorniarsi di altrettanti validi strumenti: il cinema, il teatro, l’architettura, l’arte visiva, la musica e tutte le sue declinazioni.
È a Capua, altera Roma secondo Cicerone, considerata “Porta del Sud” fino all’Unità d’Italia, che nel 960, precisamente 1060 anni fa, si ha il “Placito Capuano”.
Il “Placito Capuano” è unanimemente riconosciuto dagli storici come il primo documento scritto del volgare italiano. L’idea di ispirarsi a esso per il tema di un festival nasce proprio dall’esigenza di sottolinearne l’importanza per il nostro patrimonio linguistico e culturale. Gli eventi letterari, musicali, teatrali, gli incontri, le mostre d’arte, e gli eventi gastronomici e la rievocazione storica, e il Premio Placito Capuano, che caratterizzeranno “Capua, il luogo della lingua Festival XV edizione” hanno come filo conduttore LA SCRITTURA, asse portante del festival, che verrà declinata attraverso varie forme d’arte, traendo spunto dal presupposto storico del Placito capuano, primo documento scritto del volgare italiano, che vede nella Capua Longobarda del 960 la sua genesi.
L’antica e affascinante città, testimone privilegiata del passaggio della grande storia nel nostro territorio, si trasforma nei giorni del Festival in palcoscenico. In quindici anni i nomi più illustri del panorama letterario e culturale italiano sono passati da qui. Cultura, letteratura, teatro, cinema, musica e gastronomia si fondono nei luoghi più suggestivi della città, per dare vita ad un unico grande spettacolo dal vivo, espressione di una poliedricità che appartiene al linguaggio, anzi ai linguaggi, che non poteva non essere celebrata a Capua, uno dei luoghi simbolo del patrimonio che prima di ogni altro ci rappresenta, la lingua italiana.
IL PREMIO PLACITO CAPUANO
Il Premio Placito Capuano, istituito nel decennale del festival, e che da allora connota ogni edizione de Il Luogo della Lingua, viene assegnato a una personalità del mondo culturale che attraverso il suo lavoro, in vari modi e con vari linguaggi e declinazioni, dia un contributo importante alla diffusione della lettura in Italia.
Hanno ricevuto il Premio negli anni scorsi, la scrittrice Dacia Maraini (2014), il regista Matteo Garrone (2015), l’attore e scrittore Marco D’Amore (2016), lo scrittore Maurizio de Giovanni (2017), lo scrittore Lorenzo Marone (2018). Nel 2019 il Premio Placito Capuano è stato consegnato a Saverio Costanzo, regista de L’amica geniale, fortunata serie televisiva tratta dalla quadrilogia di Elena Ferrante. Il premio sin dalla sua prima edizione è stato realizzato dall’artista Roberto Branco, che si è sempre ispirato alla famosa frase contenuta nel Placito, che documenta il primo “volgare” scritto in un documento ufficiale:«Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti.» (Capua, marzo 960 d.C.)
Nel 2017 di fronte alla Chiesa longobarda di San Salvatore a Corte, è stato inaugurato il cippo commemorativo del Placito alla presenza del professore Francesco Sabatini, (linguista, filologo e lessicografo italiano, attualmente Presidente Onorario dell’Accademia della Crusca, di cui è stato Presidente dal 2000 al 2008), che ha consacrato Capua città della Lingua.
La realizzazione del monumento, ha portato l’artista a scegliere di progettare come Premio una riproduzione in scala ridotta del cippo, così per meglio sintetizzare in un manufatto artistico l’identità della Città e sottolineare il ruolo di capoluogo culturale che il passaggio della grande Storia sul suo territorio, ha conferito a Capua.
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