160 ANNI A PORTE CHIUSE PER IL GAMBRINUS


Il Gambrinus ha 160 anni ma non puo’ riaprire. Il celeberrimo caffè di Napoli che si affaccia su piazza Plebiscito e su Palazzo Reale ha girato la boa dei 32 lustri, ma la festa  di compleanno è  rinviata “sine die”e le saracinesche rimarranno abbassate anche alla fine del lockdown; ne chiediamo i motivi a uno dei titolari, Michele Sergio, che ha affermato “Il Gambrinus, dal giorno 12 marzo è stato chiuso per DPCM:non succedeva dal 1938 e temo che la chiusura si prolungherà ancora, almeno stando alle condizioni prospettate dai nuovi decreti.

La nostra attività è rivolta ai grandi numeri e sono storiche le immagini che riprendono le verande aperte sulla piazza e racchiuse fra i gazebi: il locale interno – con il bar sempre affollatissimo e il salotto letterario gremito di persone e sede di eventi culturali – mi sembra adesso quasi far parte di un sogno lontano.

Le limitazioni del Coronavirus non ci permetteranno di lavorare e impiegare adeguatamente le nostre maestranze se non potremo tenere a disposizione della clientela almeno una quarantina di tavoli: dovremo pazientare che il contagio si estingua? Forse, ma abbiamo fiducia che si possa riprendere a un ritmo ragionevole; d’altronde, Napoli ne ha viste di tutti i colori ed è sopravvissuta alle guerre mondiali, al colera, ai terremoti e ce la farà a liberarsi anche del Covid 19”.

Di cosa si sta occupando attualmente?

“Personalmente io sto studiando la storia del caffe’, del vino edei cocktail, approfondendo la conoscenza sia delle loro origini che delle modalità di preparazione: lavoro in casa, ovviamente, in modalità smart working.”

Come  trascorre il tempo libero?

“ Leggo libri, vedo film, gioco ai videogame, ascolto la musica: buona parte del mio tempo, poi, viene impiegata in tantissime videochiamate con i miei familiari e amici. Per fortuna ho la compagnia del mio cane e non mi sento troppo solo: inoltre, curo  il mio fisico con pesi, manubri e bilancierecon cui mi sto allenando per presentarmi in forma al rientro”.

Sta progettando qualcosa in vista della ripresa?

“In famiglia stiamo pianificando varie strategie lavorative. Per il mio settore – che concerne principalmente la caffetteria – sto elaborando nuovi modi di concepire le degustazioni e le preparazioni: è importante, infatti, migliorare il caffè classico napoletano (c’è sempre da migliorare) e abbiamo deciso di aprirci anche al caffè internazionale. Il Gambrinus deve restare ancora il punto di riferimento del caffè non solo napoletano ma anche italiano.”

 Ha senso restare ancora a casa?

“Non è stato facile stare chiusi in casa per due mesi, però sono convinto che siano state misure necessarie per sconfiggere la pandemia: restano pochi giorni, stringiamo i denti e ottemperiamo alle disposizioni governative sino all’ultimo, così torneremo alla normalità il prima possibile.”

 

LAURA CAICO

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