Niente domiciliari se il condannato è un poliziotto


“E’ ormai chiaro che è stata introdotta una nuova norma nel codice penale, che prevede l’inasprimento della pena se il responsabile del reato è un poliziotto e la possibilità di non applicare i benefici previsti dalla legge. E’ una norma non scritta, ma puntualmente applicata da alcuni magistrati che dimostrano particolare accanimento quando si occupano di poliziotti”.

E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia. “Pur rispettando le decisioni della magistratura – dice Maccari – non riusciamo ad accettare l’incredibile disparità di trattamento tra i poliziotti e qualunque altro soggetto abbia ricevuto una condanna. Criminali, mafiosi, autori di delitti efferati godono di tutti i benefici e gli sconti di pena previsti dalla legge, mentre i poliziotti condannati per qualche errore o abuso devono invece marcire in carcere, anche contro quanto previsto dalla legge. Esemplare la decisione del Procuratore generale di Genova Vito Monetti, che ha addirittura impugnato con ricorso in Cassazione la decisione del Tribunale di sorveglianza di far scontare ai domiciliari il residuo di pena per l’ex capo dello Sco Gilberto Caldarozzi e dell’ex capo del Reparto Mobile di Roma Vincenzo Canterini, condannati per i fatti del G8. Non solo il Tribunale di Sorveglianza ha negato la concessione dell’affidamento in prova ai servizi sociali – come avrebbe fatto per qualunque altro condannato – decidendo di fare scontare ai domiciliari i pochi mesi residui in applicazione della “svuota carceri”, quanto addirittura il Pg si è incredibilmente preso la briga di contestare la decisione del Tribunale, chiedendo di non applicare la legge “svuota carceri” e di lasciare in galera Caldarozzi e Canterini anche per il poco tempo che resta (rispettivamente 8 e tre mesi). Si tratta di un accanimento che consideriamo ingiusto e vergognoso, chiaramente frutto di un pregiudizio, e che purtroppo non è isolato, come dimostra la vicenda di Ferrara, che ha visto negare l’applicazione della “svuota carceri” ai poliziotti condannati per la morte di Federico Aldovrandi. I poliziotti sono considerati più pericolosi dei mafiosi, dei rapinatori, degli spacciatori, degli stupratori. I poliziotti sono considerati persino più pericolosi di tutti quei soggetti condannati per avere aggredito, ferito, ucciso appartenenti alle Forze dell’Ordine: molto spesso questi criminali scontano la pena a casa propria, o magari ai servizi sociali. Le campagne di odio e di denigrazione contro le Forze dell’Ordine, evidentemente, sono considerate da una certa magistratura una “fonte del diritto” superiore alle stesse leggi dello Stato”.

Coisp

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