Portici (Na) ore 16.00. La chiesa delle Carmelitane, nel Piazzale della Divina Provvidenza, è gremita di fedeli accorsi per sostenere il battesimo della nuova associazione antiracket di Portici intitolata a «Giovanni Panunzio» l’imprenditore pugliese ucciso dalla mafia il 6 novembre 1992 a Foggia.
Erano presenti tra gli altri, oltre al parroco della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù padre Giorgio Pisano, il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, Silvana Fucito, coordinatrice regionale delle associazioni antiracket iscritte alla FAI – Federazione Antiracket Italiana, il presidente FAI Tano Grasso, l’ex procuratore generale di Napoli e ora presidente onorario della FAI Vincenzo Galgano, Salvatore Palandro presidente della nascente associazione Giovanni Panunzio ed i famigliari di dell’imprenditore scomparso, la moglie ed il figlio Michele.
Presente in modo virtuale, attraverso una lettera letta dal Presidente Tano Grasso, è stato il prefetto Andrea De Martino impegnato istituzionalmente al funerale di Pasquale Romano il 30enne di Marianella, vittima, per sbaglio, di un agguato di camorra il 15 ottobre scorso.
Padre Giorgio Pisano che è stato il fautore della nascita dell’associazione e nel contempo responsabile del centro antiusura ‘don Pino Puglisi’, alla presenza dei 15 associati commercianti e degli esponenti delle forze dell’ordine, ha sintetizzato un punto molto importante che ha dato l’incipit alla nascita dell’associazione: “Nell’ottobre 2002 accolsi le confessioni di due commercianti oppressi da gente senza scrupoli che chiedeva ‘soldi per i carcerati’ periodicamente ed incuteva paura. Quando resi pubblica questa situazione incresciosa, fui ritenuto un visionario. Da allora, come sacerdote, ho sempre seminato perché non si spegnesse la speranza e la coscienza civile in città e soprattutto in questa particolare realtà costituita dal commercio e dall’imprenditoria2.
Si susseguono le testimonianze degli intervenuti. Il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso: “La sola opera della Magistratura e delle forze di polizia non produce effetti se non è supportata dai cittadini… Il controllo sociale è più forte di qualsiasi controllo di legalità”.
Il Presidente della neo-associazione, l’imprenditore porticese Salvatore Palandro: “Vogliamo essere un seme di speranza e di giustizia sul territorio”.
Tano Grasso presidente onorario Fai: “Adesso i colleghi di Portici hanno questo strumento che è l’associazione. Un movimento antiracket riesce ad aver successo solo se mantiene un rapporto di fiducia con le forze dell’ordine e in questa sala ne abbiamo l’esempio plastico”.
Silvana Fucito, coordinatrice regionale delle associazioni antiracket Fai: “Sono felice di questa nuova associazione porticese, per tutti noi comincia il vero lavoro animato dalla voglia di riscatto di liberare il territorio dall’oppressione della camorra”.
Michele Panunzio, figlio Giovanni Panunzio: “Se allora ci fosse stata l’associazione mio padre sarebbe ancora in vita”.
L’ex procuratore generale Vincenzo Galgano: “La spirale negativa che sembrava avvolgere i nostri territori si è interrotta grazie al vostro lavoro a quello delle forze dell’ordine e alla presa di coscienza di chi produce e ha deciso di camminare sulla strada del riscatto2.
Non sono mancate delle piccole battute come quella sulla buona cucina napoletana. In conclusione l’episodio estorsivo dell’incendio del ristorante ‘Ciro a mare’ nel 2009 al Porto del Granatello. In quell’occasione i proprietari apposero un lenzuolo su quello che restava del locale con la scritta ”Chiuso per camorra”.
A tal proposito il sindaco dimissionario Vincenzo Cuomo ha dichiarato: “Spero di vedere un lenzuolo con su scritto Riaperto contro la camorra che restituirà giustizia alla imprenditoria e alla città”.
Il cardinale Crescenzio Sepe ha chiuso la serata con un augurio: “La nascita dell’associazione equivale a piantare una bandiera sul territorio che si è conquistato grazie alla volontà di restare uniti”.
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