Uno sguardo sul futuro. Il Rotary Club Napoli Nord – R.I Distretto 2101, Governatore Alessandro Castagnaro – sotto la valente guida del dinamico presidente Massimo Mazzola sta organizzando una lunga serie di incontri sugli attualissimi temo del “Caro energia”, delle risorse sostenibili, delle fonti alternative ai carburanti fossili. Nel corso della Conviviale con consorti svoltasi presso il Grand Hotel Excelsior è intervenuto il dott. Umberto Minopoli, Presidente dell’Associazione Nucleare Italiana – autore del libro “Nucleare. Ritorno al futuro. L’energia a cui l’Italia non può rinunciare” edito da Guerini e Associati con prefazione di Mario E. Ricotti – che ha trattato il tema “L’energia nucleare è l’Italia”, che ha destato grande interesse e interrogativi a cui l’illustre ospite ha risposto esaurientemente, suscitando il consenso generale.
Presente al completo il Consiglio direttivo, con il VicePresidente Giuseppe Alfano, il Presidente Incoming Francesco Tavassi, il Past President Maurizio Guida, Prefetto Pierluigi Izzo, il Tesoriere Carmine Petrone, il Segretario Stefano Rispo, il Segretario Esecutivo Enzo D’Elia, affiancati dai Consiglieri Mario De Bellis. Alessandro Falco, Federico Ferrante, Paolo Pannella, Carlo Riccardi, nonché dai Coordinatori e Delegati Paolo Pisanti per Comunicazione e immagine, Stefania Brancaccio per Rotary Foundation, Mario Salvi per Commissione Effettivo, Federico Ferrante per Commissione Giovani, Antonio Sarnataro per Commissione Progetti, Giancarlo Russo per Commissione Amministrazione, Giuseppe Alfano per le Pubbliche relazioni, oltre al Formatore Carlo Riccardi.
L’Italia – come una cattedrale nel deserto – è ostinatamente ferma sul veto all’energia nucleare decretato con un referendum, che impedisce di fatto l’utilizzo di quell’energia che avrebbe fatto superare la crisi che stiamo attraversando: unico nel contesto mondiale, il Bel Paese continua a non produrre quest’energia alternativa, a non costruire nuovi reattori, comprando però questa stessa energia nucleare a pochi chilometri dal confine.
Il dibattito europeo sulla decarbonizzazione è acceso e appare evidente e improcrastinabile la necessità di portare le attività umane a sempre più basse emissioni di carbonio: ma, dopo la crisi energetica scaturita dalla guerra in Ucraina, già si parla apertamente di uno slittamento della data che l’Unione Europea aveva previsto, il 2050, per arrivare al 2070 e, forse, persino al 2080. Gli obiettivi raggiungibili in queste date necessitano però di una coesione mondiale sull’argomento, mentre la Cina e l’India che, da soli, inquinano in grande percentuale il pianeta con i loro scarichi industriali e i veleni delle loro fabbriche e anche l’America devono al più presto aderire a questo processo di sostenibilità ambientale che l’Europa porta avanti.
Le sole fonti rinnovabili (definite “pulite” ma che, in realtà, comportano comunque un forte inquinamento ambientale per la loro estrazione e lavorazione), senza l’inserimento dell’uranio da fissione che alimenta il nucleare, non possono bastare a decarbonizzare la Terra: inoltre, i combustibili fossili sono tuttora fondamentali in materia di riscaldamento, processi industriali e movimentazione di merci e persone.
Il tanto osannato idrogeno non è direttamente disponibile in sufficiente misura e va prodotto con lavorazioni industriali che fagocitano enormi quantità di energia, come avviene anche per l’ammoniaca o le batterie al litio, indicate come alternative green: ecco perché occorre un ripensamento sull’energia nucleare, liberata da falsi pregiudizi, da etichettare finalmente come “carbon free” e perché va riconsiderato con urgenza lo sviluppo di centrali nucleari “di nuova generazione” in Italia. I maggiori Paesi del mondo e d’Europa stanno andando in questa direzione, con impianti che entreranno in funzione dal 2024: l’energia atomica “pulita” è l’unica che possa realisticamente contribuire in maniera concreta all’abbandono delle fonti fossili, senza costi esorbitanti per i cittadini. Anche le statistiche dell’Agenzia internazionale dell’Energia (IEA) vanno in questa direzione, attestando che “occorrerà installare in media almeno 15 GWe di nuove centrali nucleari all’anno tra il 2020 e il 2040 per soddisfare lo scenario di sviluppo sostenibile (SDS). Il rilancio dell’energia nucleare a livello mondiale sarà quindi fondamentale per garantire un futuro energetico più pulito ed inclusivo”: applausi al brillante relatore, i brindisi rituali e il suono della campana hanno siglato il termine dell’avvincente incontro.
LAURA CAICO
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